Avrei bisogno di un conforto, un consiglio o anche solo sfogarmi. Magari delle dritte su come dovrei comportarmi o capire se sbaglio qualcosa o se sia normale provare ansia. Parto col dire che mio padre, al quale sono chiaramente molto legata, ha un carattere molto particolare. E’ una persona molto sensibile, non ci ha mai fatto mancare nulla, è una persona spesso molto empatica e credo proprio di aver ereditato da lui questo mio lato, tuttavia forse tende ad essere più empatico con persone esterne alla famiglia che con il nostro nucleo familiare. Provo a fare un esempio. Diciamo che si spazientisce facilmente, anche per delle cose che magari agli occhi degli altri sono delle piccolezze, ecco per lui anche non trovare le chiavi di casa è un motivo per arrabbiarsi, accusare a volte gli altri e non darsi pace finché non le trova. Spesso pecca nei modi ed è uno dei lati che purtroppo a me non piace, sbraitare, urlare, dare qualche schiaffo, andarci sul pesante con le parole sono atteggiamenti che accostati alla figura di mio padre mi creano dispiacere, disagio, ansia. Nonostante spesso gli facciamo notare questo suo modo spesso esagerato non cambia, lui stesso ne è consapevole, ma come dice lui è un suo difetto, “ma tanto poi mi passa subito”. Questo è vero. Chiaramente quando si tratta di sciocchezze. Altre volte l’arrabbiatura dura un po’ di più. Il fatto che lui abbia questo modo mi ha portato nel corso degli anni ad adottare come delle “strategie” nei suoi confronti, non so se faccia bene o meno, provo a spiegarmi. Se ad esempio so che una situazione come venire a prendermi da un posto in mezzo al traffico sia motivo per il quale lui si inalbererebbe, magari provo a trovare delle soluzioni alternative o magari non so, provo ad andargli incontro io per evitare una sua reazione esagerata. La cosa che mi fa stare più male non è tanto questa, quanto il fatto che spesso i suoi scleri non si limitano quando c’è altra gente. Preferirei a volte che rimproverasse i suoi figli in privato, anziché sbraitare davanti agli altri. È come se la percepissi come una umiliazione. È per questo che parlavo di minore empatia verso i componenti dalla famiglia. Per esempio oggi ha sbraitato contro mia sorella davanti ad una sua amica, magari avrebbe potuto evitare di farlo davanti la sua amica e invece no, in quei momenti non si controlla. In questo momento mi dispiace un sacco per mia sorella per il disagio che avrà provato in quel momento. Chiaramente sono delle reazioni spontanee e non è semplice evitare di essere spontanei e lo capisco. Però mi dispiace tanto. Dovrei parlare o “anticipare” agli altri questo difetto di mio padre come per metterli al corrente nell’eventualità in cui avesse reazioni spropositate? Anche l’idea ad esempio di avere un ragazzo, l’idea di presentarlo a lui mi creerebbe un po’ d’ansia. Mio padre ad esempio ha un disprezzo verso i fumatori e l’idea di trovare un ragazzo che magari fuma mi creerebbe ansia se penso ad un incontro, una cena, un qualsiasi momento in cui magari il mio ragazzo ha l’esigenza di fumare e magari questo a mio padre darebbe fastidio, dovrei seguire lui? Andare fuori con lui? Spiegare a lui dell’ essere contrariato al fumo da parte di mio padre? Vorrei tanto sapere come comportarmi. Pensare a tutti questi episodi mi crea solo ansia. Dovrei pensarci? Mio padre ha dei difetti come dei pregi, è una persona molto scherzosa, spesso abbiamo lo stesso modo di scherzare, ci son lati che adoro di lui, come ad esempio il suo lato sensibile. Spesso ci emozioniamo insieme anche davanti a un film e mi rendo conto di come abbia “ereditato” da lui questo suo lato. Questo come molti altri. Non ama le situazioni in cui un gruppo si scaglia verso il singolo, non riderebbe mai di una persona balbuziente, non si permetterebbe mai di far rimanere male una persona solo perché magari ha fatto una battuta già sentita, piuttosto ride di gusto per evitare di far sentire a disagio l’altra persona, è sensibile, empatico, buono. Se ritiene scorretto un atteggiamento di qualcuno verso noi della famiglia è pronto a difenderci o a correggerci se invece siamo stati noi a sbagliare. Spesso come dicevo prima la sua empatia viene meno verso noi familiari, ma semplicemente perché come dire, ci conosce meglio, ha una confidenza maggiore con noi che con un amico, un cugino, un fratello. Capisco anche questo. Penso che mi creerebbe ansia anche il fatto di vedermi accanto a qualcuno che magari sta fumando. Immagino la scena in cui lui magari passa e dovesse assistere a ciò. Diciamo che immagino spesso tante situazioni che potrebbero portarlo ad arrabbiarsi e automaticamente vado in ansia. È forse poco salutare? Magari potrei anticipare agli altri questo lato di mio padre. Quando si arrabbia non ce n’è per nessuno. È molto brusco e seppur mi fa star male questo suo lato io lo accetto, tutti abbiamo dei difetti. Però a volte vorrei essere più libera di fare delle cose senza dover pensare “ah ma magari poi mio padre si arrabbia” “magari mio padre sclera davanti ai miei amici, al mio ragazzo, alla gente” “magari mi farà fare una figuraccia arrabbiandosi in un negozio” vorrei “sclerasse” con figli e moglie solo in privato e non “umiliandoci” davanti agli altri, ma so che ciò non è possibile, per questo mi chiedo cosa dovrei fare. Litigo spesso con lui, lo riprendo spesso sul suo modo a volte sbagliato anche con gli altri, forse ad oggi ci litigo un po’ di meno, sono cresciuta e ho imparato a conoscerlo, le mie “strategie” derivano proprio da questo forse. Sono suggerimenti che cerco di dare anche a mia sorella minore a volte. Tuttavia se inizio a pensare a dover affrontare situazioni nuove che potrebbero urtarlo, ecco vado un po’ in ansia. Non ho mai portato “in casa” ufficialmente nessun ragazzo che frequentavo forse proprio per questo motivo. Ho iniziato a pensare sia così. Vorrei capire cosa sbaglio, se agisco bene, come potrei affrontare le varie situazioni elencate. Grazie.
Alessia
Cara Alessia,
grazie per aver condiviso in questo spazio una parte così profonda. Hai proprio ragione, ognuno di noi ha dei pregi e dei difetti, che non necessariamente devono allontanare o svalutare una persona. Allo stesso tempo è importante riconoscere che ci sono atteggiamenti che vanno contenuti e limitati per rispettare l’altro. Quel senso di umiliazione che più volte descrivi è forse il momento in cui ti senti più ferita e attaccata, in cui vorresti un maggiore rispetto. Infondo basterebbe proprio poco. Quando si diventa adulti si impara, anche con grande fatica, a trattenere e controllare quegli aspetti che sono più impulsivi e spigolosi.
Hai raccontato bene il momento in cui si attiva l’ansia, ovvero l’istante in cui non sai cosa aspettarti o non puoi controllare e prevenire qualcosa. Sembra ci sia quasi una inversione di ruoli dove tu adolescente, rinunci alla spontaneità e leggerezza, cercando di essere responsabile e controllante mentre gli adulti faticano ad ammorbidire un atteggiamento che riconoscono essere esagerato lasciandosi andare all’aspetto più impulsivo. Anche nel nucleo familiare è importante rispettare i confini, proprio come si fa con gli altri. E’ normale avere momenti di sfogo, di stanchezza, abbiamo attraversato anche anni molto difficili e complessi, e spesso proprio in famiglia si abbassano le difese e si crolla più facilmente sapendo che l’altro può capirci e sostenere. Però è importante differenziare la richiesta di aiuto e il momento di difficoltà, con la ripetitività di un comportamento rigido o aggressivo che può essere tollerato in quanto familiari.
Le tue strategie sono importanti perchè ti permettono di modulare l’ansia e di trovarti in una zona più sicura. Non sei affatto sbagliata, anzi stai facendo un lavoro immenso. Certo è difficile poter controllare tutte le variabili possibili nè che tu possa sempre essere in balia di forti ansie e agitazioni. Con il tempo magari imparerai a dare più spazio ai tuoi bisogni, senza pensare di dover rinunciare a cose o persone ma inseguendo ciò che a te piace e fa stare bene. Dovrai imparare a fidarti di te e a conquistare un tuo spazio autonomo. Pensi che condividere con i tuoi genitori questa agitazione che provi in quei momenti possa esserti di aiuto? Magari provare ad esprimere quello che si prova permette anche all’altro di fare altre riflessioni. Sicuramente anche l’uso dell’ironia con i tuoi amici può aiutarti a sentire meno in difficoltà, immaginiamo che magari le tue amiche più strette ti conoscano sicuramente meglio e ti supportano già.
Potrebbe magari essere di aiuto confrontarti con uno psicologo magari anche se presente nella tua scuola, che ti permetta di rinforzare le tue innumerevoli risorse e l’uso di strategie per te sempre più funzionali.
Speriamo di essere stati di aiuto.
Un caro saluto!